martedì 27 agosto 2013

Te la danno i francesi l'agibilità politica...


branco di circensi patetici ...

Quando c'è da mettersi in luce per una bischerata, il figo Gasparri non delude. Mai. "Napolitano ha già dato la grazia senza aver ricevuto richieste esplicite, per esempio con Joseph Romano. Perché allora non la dà anche a Berlusconi?".
Mitologica risposta dell'avvocato di Romano, condannato per il sequestro Abu Omar: "Gasparri dice una cazzata, la richiesta di grazia c'era e l'ho fatta io".
Che branco di circensi patetici e senza morale.

sabato 24 agosto 2013

Ci avete sfrangiato gli zebedei

Il dibattito su Berlusconi verte sul nulla. È stato condannato per un reato gravissimo in via definitiva. Vada in galera. Se non sarà galera, a causa di ex Cirielli e leggine varie, siano domiciliari. Se non saranno domiciliari, siano servizi sociali (l’ipotesi più divertente, peraltro).
Le probabili condanne definitive per il caso Ruby e per la compravendita di senatori (il suo reato più grave, anche se nessuno pare parlarne) faranno saltare anche la protezione dell’indulto (altro orrore del centrosinistra: complimenti) e gli apriranno le porte della percezione (ma più che altro della galera).
Il paese muore e la politica sta a parlare dell’agibilità di un collezionista seriale di reati penali.
Basta.
Ci avete sfrangiato gli zebedei con questa ipocrita e vile ammuina garantista. Non c’è nulla da decidere, o risolvere, o legiferare: Berlusconi è un delinquente e non deve più fare politica (del resto non l’ha mai fatta).
Sia isolato e lasciato al suo destino di Craxi 2.0, a frignare ad Arcore o sotto il lettone di Putin, nell’indifferenza di chi sogna un paese normale e nel dolore dei tanti servi (giornalisti, politicanti, lacchè) che senza di lui si sentiranno giustamente persi e inutili.
Berlusconi è finito. Non salvatelo un’altra volta. Voltiamo pagina, son vent’anni che dobbiamo (dovete) farlo.
— 
Andrea Scanzi 

sabato 17 agosto 2013

Salvini, te le vai a cercare!




"Ora li manterrà Napolitano… dice Salvini. Perché di lavoro e di mantenersi, lui ne sa: dopo un faticoso diploma conseguito al Classico, diventa consigliere comunale di Milano a vent’anni (20 ANNI), a 25 è già segretario provinciale della Lega, poi si infila nel parlamento europeo, poi in quello italiano. Insomma a quarant’anni può dire di non aver mai e sottolineo MAI fatto un cazzo, il tutto a spese dei contribuenti. Lui sì che fa onore all’Italia."
Ettore Ferrini

You do understand....

venerdì 16 agosto 2013

La legge è uguale per gli altri



Per la serie “Oggi le comiche”, va in scena la retromarcia sulla legge Severino, approvata dall'intero Parlamento appena sette mesi fa per dare una ripulita alle Camere. La legge è la numero 235 del 31 dicembre 2012. Art. 1: “Chi ha riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione” decade da parlamentare se lo è già ed è incandidabile se non lo è ancora. Art.3:”Le sentenze definitive di condanna sono immediatamente comunicate... alla Camera di appartenenza” che “delibera ai sensi dell'art. 66 della Costituzione” sui “titoli di ammissione dei suoi componenti” e sulle “cause sopraggiunte di ineleggibilità e incompatibilità”.

Ora, Berlusconi è stato condannato definitivamente a 4 anni, cioè a più di 2, dunque al Senato non rimane altra scelta che dichiararlo decaduto, accompagnarlo alla porta e intimargli di non ripresentarsi prima di sei anni. Il tutto, indipendentemente dalla durata dell'interdizione dai pubblici uffici che la Cassazione ha chiesto alla Corte d'appello di Milano di ricalcolare, da un minimo di un anno a un massimo di tre. Ma naturalmente al Pdl non va bene neppure una legge da esso stesso approvata meno d'un anno fa.

Alcuni buontemponi hanno cominciato a dire che la condanna a 4 anni è coperta per 3 dall'indulto: 4 meno 3 fa uno, ergo Berlusconi è sotto il tetto di 2 e non deve decadere. Cretinata abissale: se la legge consentisse di detrarre dalle condanne il bonus dell'indulto,l'avrebbe previsto esplicitamente, dichiarando decaduti e incandidabili i titolari di pene effettive superiori ai 2 anni: invece parla di “condanne”.

Fallito il primo tentativo, ecco subito il secondo. Che, quando lo azzardò Carlo Giovanardi, noto giurista per caso, suscitò l'ilarità generale. Poi però lo seguirono a ruota Francesco Nitto Palma, addirittura magistrato e financo presidente della commissione Giustizia, più il costituzionalista di destra Paolo Armaroli e quello di sinistra Giovanni Guzzetta. La loro tesi è avvincente: la legge Severino si applica solo alle condanne relative a reati commessi dopo che è stata approvata. Se invece si applicasse anche a chi il reato l'ha commesso prima del 31 dicembre 2012, sarebbe incostituzionale. Motivo: nel processo penale prevale sempre la norma più favorevole al reo ed è vietato cambiare le regole del gioco a partita iniziata, se non per trattarlo meglio. Il che è vero, ma appunto nel processo penale. Qui il processo è finito, l'imputato è un pregiudicato e il Parlamento è liberissimo di vietargli l'accesso per legge.

Del resto, se fossero esistiti profili di incostituzionalità della norma, i 945 parlamentari che l'anno scorso l'approvarono alla Camera e al Senato se ne sarebbero accorti e li avrebbero sollevati al momento di votare la pregiudiziale di costituzionalità nell'apposita commissione. Invece nessuno disse nulla. Del resto - specificò l'autrice, l'allora Guardasigilli Paola Severino - la legge estendeva a Camera e Senato una regola già vigente dal 1999 nei consigli comunali, provinciali e regionali, dove i condannati a più di due anni non possono mettere piede. E nessuno ha mai eccepito nulla sulla legittimità di un principio che, se vale per gli enti locali e territoriali, deve valere a maggior ragione per il Parlamento nazionale.

Ma c'è di più. Alle ultime elezioni, proprio in base alla nuova legge Severino, Berlusconi escluse dalle liste Pdl i pregiudicati del suo cerchio magico: Marcello Dell'Utri, Aldo Brancher, Salvatore Sciascia e Massimo Maria Berruti. “Non sono io che li ho esclusi – si giustificò, temendo di passare per onesto –, sono i giudici che li hanno condannati”. Dell'Utri per false fatture risalenti ai primi anni 90 (oltrechè, in appello, per mafia fino al 1993). Brancher per i soldi che gli girò Fiorani nel 2005. Sciascia per tangenti pagate tra il 1989 e il '94. Berruti per un favoreggiamento del '94. Evidentemente lo sapeva anche il Cavaliere che la Severino si applicava a tutti i reati, pre o post 2012. Poi han condannato lui e ha scoperto all'improvviso che vale solo per i post. Non gli resta che spiegarlo a Dell'Utri, Brancher, Sciascia, Berruti e sperare che la prendano con filosofia.

M. Travaglio 
Carta Canta - l'Espresso, 15 agosto 2013
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/verita-e-menzogna/frase-165417>

martedì 13 agosto 2013

Senza Speranza



Il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza:
«È difficile immaginare altre maggioranze. 
Fino a questo momento i grillini hanno dimostrato una totale incapacità di rispettare l’interesse generale del Paese e un’impressionante irresponsabilità che non lascia aperta nessuna porta».

Berlusconi, invece, è evidentemente noto, si è sempre distinto per anteporre l’interesse generale al proprio, sempre notevole è stata la sua condotta responsabile, mai sopra le righe, sempre dialogante e disponibile.

No?




http://sappino.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/08/12/b-pensa-al-bene-del-paese/


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sabato 10 agosto 2013

La legge è uguale per gli altri




Per la serie “Oggi le comiche”, va in scena la retromarcia sulla legge Severino, approvata dall'intero Parlamento appena sette mesi fa per dare una ripulita alle Camere. La legge è la numero 235 del 31 dicembre 2012. Art. 1: “Chi ha riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione” decade da parlamentare se lo è già ed è incandidabile se non lo è ancora. Art.3: ”Le sentenze definitive di condanna sono immediatamente comunicate... alla Camera di appartenenza” che “delibera ai sensi dell'art. 66 della Costituzione” sui “titoli di ammissione dei suoi componenti” e sulle “cause sopraggiunte di ineleggibilità e incompatibilità”.

Ora, Berlusconi è stato condannato definitivamente a 4 anni, cioè a più di 2, dunque al Senato non rimane altra scelta che dichiararlo decaduto, accompagnarlo alla porta e intimargli di non ripresentarsi prima di sei anni. Il tutto, indipendentemente dalla durata dell'interdizione dai pubblici uffici che la Cassazione ha chiesto alla Corte d'appello di Milano di ricalcolare, da un minimo di un anno a un massimo di tre. Ma naturalmente al Pdl non va bene neppure una legge da esso stesso approvata meno d'un anno fa. Alcuni buontemponi hanno cominciato a dire che la condanna a 4 anni è coperta per 3 dall'indulto: 4 meno 3 fa uno, ergo Berlusconi è sotto il tetto di 2 e non deve decadere. Cretinata abissale: se la legge consentisse di detrarre dalle condanne il bonus dell'indulto, l'avrebbe previsto esplicitamente, dichiarando decaduti e incandidabili i titolari di pene effettive superiori ai 2 anni: invece parla di “condanne”.

Fallito il primo tentativo, ecco subito il secondo. Che, quando lo azzardò Carlo Giovanardi, noto giurista per caso, suscitò l'ilarità generale. Poi però lo seguirono a ruota Francesco Nitto Palma, addirittura magistrato e financo presidente della commissione Giustizia, più il costituzionalista di destra Paolo Armaroli e quello di sinistra Giovanni Guzzetta. La loro tesi è avvincente: la legge Severino si applica solo alle condanne relative a reati commessi dopo che è stata approvata. Se invece si applicasse anche a chi il reato l'ha commesso prima del 31 dicembre 2012, sarebbe incostituzionale. Motivo: nel processo penale prevale sempre la norma più favorevole al reo ed è vietato cambiare le regole del gioco a partita iniziata, se non per trattarlo meglio. Il che è vero, ma appunto nel processo penale. Qui il processo è finito, l'imputato è un pregiudicato e il Parlamento è liberissimo di vietargli l'accesso per legge. Del resto, se fossero esistiti profili di incostituzionalità della norma, i 945 parlamentari che l'anno scorso l'approvarono alla Camera e al Senato se ne sarebbero accorti e li avrebbero sollevati al momento di votare la pregiudiziale di costituzionalità nell'apposita commissione. Invece nessuno disse nulla. Del resto - specificò l'autrice, l'allora Guardasigilli Paola Severino - la legge estendeva a Camera e Senato una regola già vigente dal 1999 nei consigli comunali, provinciali e regionali, dove i condannati a più di due anni non possono mettere piede. E nessuno ha mai eccepito nulla sulla legittimità di un principio che, se vale per gli enti locali e territoriali, deve valere a maggior ragione per il Parlamento nazionale.

Ma c'è di più. Alle ultime elezioni, proprio in base alla nuova legge Severino, Berlusconi escluse dalle liste Pdl i pregiudicati del suo cerchio magico: Marcello Dell'Utri, Aldo Brancher, Salvatore Sciascia e Massimo Maria Berruti. “Non sono io che li ho esclusi – si giustificò, temendo di passare per onesto –, sono i giudici che li hanno condannati”. Dell'Utri per false fatture risalenti ai primi anni 90 (oltrechè, in appello, per mafia fino al 1993). Brancher per i soldi che gli girò Fiorani nel 2005. Sciascia per tangenti pagate tra il 1989 e il '94. Berruti per un favoreggiamento del '94.

Evidentemente lo sapeva anche il Cavaliere che la Severino si applicava a tutti i reati, pre o post 2012. Poi han condannato lui e ha scoperto all'improvviso che vale solo per i post. Non gli resta che spiegarlo a Dell'Utri, Brancher, Sciascia, Berruti e sperare che la prendano con filosofia.
M.Travaglio
Carta Canta - l'Espresso, 9 agosto 2013

venerdì 9 agosto 2013

Il loro voto conta quanto il vostro, e cipria lo sa...




“IL PRESIDENTE":
Una festa in grande stile
Un ambiente signorile
Le tartine di caviale, lo champagne
Un’ orchestra nello sfondo
E la crema del bel mondo
Si incontrava quella sera
E c’ero anch’io

Si fa avanti un gran signore
Sono il conte “tal dei tali"
Molto lieto, benvenuta a casa mia
Faccia come a casa sua
E non faccia complimenti
Se ha bisogno di qualcosa dica a me
Lusso di qua
Lusso di là
Ma che eleganza
Quanta, quanta signorilità
Venga con me
Venga con me

Che le presento anche
Il presidente, Il consigliere,
Il senatore, il direttore e
Due ministri, un magistrato
Quattro o cinque costruttori
Consiglieri delegati e un Marajàh
Si avvicina il presidente
Un signore affascinante
Mi racconta brevemente
Un pò di sé

Lei non lo sa
Ma quello là
E’ l’uomo più potente
In mezzo a tutti questi qua
E poco fa
E poco fa
Abbiamo fatto qui un grande affare
E perciò le chiedo di ballare
Un pò con me
Vado a casa e mi addormento
E mi sveglio col giornale
E chi vedo proprio in prima pagina

Il mio caro presidente
Proprio come un delinquente
Le manette ai polsi e un titolo cosi:
“Arrestato il presidente
Ma si reputa innocente"
Chissà come se la caverà
Mi domando veramente
Se il mio caro presidente
Un domani se la caverà
Chissà
Chissà
Ma!
Ma, chissà
Ma chissà!


.

voleranno carte bollate

https://www.facebook.com/giorgio.schiavinato/posts/10218479093226359