mercoledì 30 settembre 2015

Comprenderete il mio piccolo disagio.

"Gentili responsabili del premio De Sica e gentile Ministro Franceschini, vi ringrazio per la vostra stima e per il premio che volete attribuirmi.
I premi sono uno diverso dall'altro e il vostro è contraddistinto, in
modo chiaro e legittimo, dall'appoggio governativo, come dimostra il fatto che è un ministro a consegnarlo.
Scelgo quindi di non accettare. Come i governi precedenti, questo governo (con l'opposizione per una volta solidale), sembra considerare la cultura l'ultima risorsa e la meno necessaria.
Non mi aspettavo questo accanimento di tagli alla musica, al teatro, ai musei, alle biblioteche, mentre la televisione di stato continua a temere i libri, e gli Istituti Italiani di Cultura all'estero
vengono di fatto paralizzati. Non mi sembra ci sia molto da festeggiare.
Vi faccio i sinceri auguri di una bella cerimonia e stimo molti dei
premiati, ma mi piacerebbe che subito dopo l'evento il governo riflettesse se vuole continuare in questo clima di decreti distruttivi e improvvisati,privilegi intoccabili e processi alle opinioni. Nessuno pretende grandi cifre da Expo,ma la cultura (e la sua sorgente, la scuola) andrebbero rispettate e aiutate in modo diverso. Accettiamo responsabilmente i sacrifici, ma non quello dell'intelligenza.
Comprendo il vostro desiderio di ricordare il grande Vittorio De Sica, e voi comprenderete il mio piccolo disagio.
Un cordiale saluto e buon lavoro"
— Stefano Benni, giustifica il rifiuto del Premio Vittorio De Sica (viaaliceindustland)

venerdì 18 settembre 2015

Sembra Calderoli ma non è!

                                                       
                                                     Sembra Calderoli ma non è!

Guantanamo?

Cose che manco a Guantanamo

Portarsi anche la tuta arancione da casa

giovedì 17 settembre 2015

Scapperesti anche tu?

Anche in #Siria è iniziato l’anno scolastico, ma 2,4 milioni di bambini non entreranno in classe.
In questi ultimi 4 anni di conflitto, infatti, più di 1000 scuole sono state distrutte o trasformate in centri di tortura. Basti pensare che le 53 scuole che sosteniamo sono state attaccate 51 volte.
Puntare le armi contro bambini e scuole spazza via ogni possibilità di pace e spinge le famiglie a fuggire dal Paese per cercare un futuro possibile in Europa.
LEGGI IL RAPPORTO "Educazione sotto attacco" http://bit.ly/1UWA7e1

Basta neonati!



roberto.campedelli



Rivivere gli orrori della storia

voleranno carte bollate

https://www.facebook.com/giorgio.schiavinato/posts/10218479093226359